Edificato sulla via Appia, a ridosso della Fossa Bradanica, nel luogo dove un tempo doveva sorgere l’antica città peuceta Silvium, e vicinissimo all’odierna Poggiorsini, i resti di questo castello sembrano confondersi oggi con la sommità rocciosa dell’altura in cima alla quale è stato edificato. Pedalando ai piedi del rilievo, solo un’attenta osservazione di quelle forme rocciose, lì in alto, può farci capire che siamo davanti ai resti di un’antica costruzione; naturalmente tutto diventa più chiaro se arriviamo in cima, dove sono ancora visibili rimanenze architettoniche di alcuni ambienti.
Da documenti storici si è ricavata una ricostruzione immaginaria di un edificio a due piani, con un ingresso coperto, a lamia, due stanze ad uso di stalla ed un altro ambiente dove si teneva la paglia al primo piano, una scala scavata nella roccia portava ad un cortile scoperto intorno al quale si disponeva un magazzino, una cappella, su cui c’era una stanzetta, e una stanza più grande usata anch’essa come magazzino, Ancora sul cortile, ma a sinistra, si affacciavano sei stanze, quattro per abitazione e due di cui non è indicato l’uso, e ancora un ambiente con il centimolo e un altro con il forno. La posizione soprelevata rispetto ai territori lucani, ne denota gli scopi difensivi e di controllo. Ma numerose cronache parlano del Garagnone e del feudo di sua competenza come di un’area molto ricca, un nodo di passaggio tra i traffici che univano l’Alta Murgia e le città costiere pugliesi. (da Guida al Parco Nazionale Dell’Alta Murgia, Centro Studi Torre di Nebbia, 2006)
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