Numerosissime sono stati i cambiamenti della vegetazione di questo territorio nel corso delle ere geologiche. Le piante che oggi crescono in Alta Murgia sono quelle che riescono a sopravvivere alla situazione climatica attuale e l’attività, spesso invasiva, dell’uomo sul territorio. La selvatichezza dei luoghi poco antropizzati fa di questa parte della Puglia, il paradiso assoluto della vegetazione spontanea. Sono state censite 1500 specie vegetali (di cui più di 1.100 sono spontanee), il 25% delle 6000 specie presenti sul territorio nazionale.
Inutile sottolineare che i posti dove la vegetazione s’insedia in maniera più rigogliosa sono quelli ricchi di acqua, ecco perché nei pressi dei bacini carsici troviamo alberi di pioppo bianco (Populus Alba) e di olmo (Ulmus Campestre), cespugli fruttescenti e altre specie idrofile e igrofile e la lemma (una fanerogama) detta “lenticchia d’acqua”.
Essendo il paesaggio murgiano una pseudo steppa, dominanti sono i micropaesaggi dei licheni che colonizzano ogni roccia, sono queste le “specie pioniere” che contribuiscono alla creazione dell’humus decomponendo la sostanza organica e della roccia dando la possibilità alle briofite di attecchire.
I licheni producono sostanze che sono ampiamente utilizzate dall’industria farmaceutica e cosmetica, nonché dall’industria tessile che ne ricava coloranti.
Un altro micropaesaggio è quello dei muschi, che crescono ovunque, formando caratteristici tappetini che cambiando colore caratterizzano profondamente il paesaggio da stagione a stagione.
Sui Muschi crescono piccolissime essenze (microflora mediterranea) che trattengono l’acqua piovana e l’umidità ma anche il Sedum a foglie grasse.
Altre specie spontanee tipiche del paesaggio steppico sono le graminacee come la Stipa delle Fate ma anche la Stipa austroitalica, la Stipa tortilis e la Stipa Pennata.
Ampie distese di asfodeli (Asphodelus microcarpus) dalle lunghe infiorescenze bianco-rosa, ma anche dall’Ashodeline lutea gialla e dalla rara Asphodeline librunica.
In questo ambiente arido ritroviamo anche la cipolla canina o lampascione (Muscari comosum), della famiglia delle ombrellifere abbiamo la tapsia (Tapsia garganica), la ferula (ferula communis), il finocchio selvatico(Foeniculum vulgare), l’erba costa (Pastinaca opopanax), i verbaschi e le specie spinose :cardi ed eringi.
Della famiglia delle garighe o frigane abbiamo:L’euforbia spinosa (Euphorbia spinosa), la grana d’Avignone o spino quercino (Rhamnus saxatile) e la Chamaecitisus spinescens.
Ritroviamo poi lo spirtillo (Thymusserpillum), la ruta (Ruta graveolens) e il timo (Thymus spinulosus) ma anche la velenosissima cicuta (Conium maculatum).
L’Alta Murgia è famosa anche per la grande varietà di orchidee selvatiche, tra queste la Ophry mateolana, unica al mondo, ma negli ultimi anni ne sono state scoperte altre varietà.
Tra le specie uniche in Italia abbiamo la Smilax aspera o smilace (del genere Smilax) e la Zizyfus sativa o giuggiolo (del genere Zizyfus).
Altre specie endemiche:lo zafferano , il giglio, la bocca di lupo,l’eliantemo, il ciclamino e la santoreggia.
Tra le essenze caducifoglie: il pruno selvatico (Prunus spinosa), il biancospino (Crataegus monogyna), la rosa centifoglia (Rosa agrestis), la rosa sempreverde (Rosa sempervirens), la rosa rossa (Rosa gallica), rosa canina (Rosa canina), il rovo di macchia (Rubus frutticosus), l’anagiride (Anagyris foetida), i perazzi (Pyrusamygdaliformis) e il mandorlo di Webb (Prunus Webii), quest’ultimo è presente solo in altre due parti della Puglia : Apricena e San Severo.
Sui pascoli arborati troviamo alcune varietà di quercia, tra queste: la roverella (Quercus dalechamphii), il cerro(Quercus cerris) e il farnetto (Quercus frainetto), il fragno (Quercus trojana), la quercia spinosa (Quercus calliprinus), il leccio (Quercus ilex). Queste specie arboree sono il segno residuo dell’antico paesaggio boschivo che dominava questo territorio, cancellato dall’opera di disboscamento operata nell’ultimo secolo. Questi “patriarchi verdi” li troviamo, quindi, soprattutto in prossimità di antiche masserie.
La semiparassita Osyris alba e la Locinera etrusca, sono presenti quasi ovunque.
Tra le rare specie del sottobosco ormai in estinzione abbiamo: il Biarum tenuifolium, la Paeonia mascula e l’endemico Gigaro pugliese(Arum apulum).
Sulle rupi calcaree crescono specie endemiche di affinità orientale: Campanula versicolor, la castagnola (Scrophularia filicifolia), il Canum multiflorum, l’Aliyssum orientale, l’eliantemo,la valeriana tuberosa, la santoreggia. Tra le felci, crescono soprattutto in prossimità delle grotte: la liquirizia falsa (Polypodium vulgare), il capelvenere e la spacca pietre (Cetherach affacinarum).
Concludiamo questa carrellata parlando dei funghi. Importantissimi per i processi fermentativi alimentari e farmaceutici, la Murgia ne ospita pregevoli varietà , tra queste: il bianchetto o marzuolo (Tuber albidum Pico), il carpoforo globoso e il cardoncello (Pleurotus eringii), rarissimo in altre parti d’Italia e un elemento caratterizzante della cucina murgiana.
(Tutte le info di questa pagina sono state tratte da “Guida al Parco Nazionale dell’Alta Murgia, natura e storia del primo parco rurale d’Italia”, Edizioni Torre di Nebbia)
Per approfondimenti e immagini vai a: I Colori della Murgia