Nell’Ottobre del 1993 alcuni speleologi con l’obiettivo di completare l’esplorazione della Grotta di Lamalunga, s’imbatterono in una incredibile scoperta; nella parte terminale di questa grotta lunga circa 60 metri, e alla quale è possibile accedere solo attraverso alcuni inghiottitoi della profondità di 8 metri, il buio del sottosuolo, custodiva lo scheletro di un uomo preistorico risalente a circa 150.000 anni fa, più precisamente al periodo intermedio tra la vita dell’Homo Erectus e dell’Homo di Neanderthal. Quello che la popolazione locale ha ormai ribattezzato “Ciccilo”, era un uomo di circa 30 anni alto 1,60 metri , il cui scheletro è ricoperto di concrezioni calcitiche, che hanno avuto una funzione di naturale protezione garantendone un’ottima conservazione.
Nella masseria settecentesca di Lamalunga , vicina al sito del ritrovamento, è possibile ripercorrere virtualmente tutto il tragitto dall’imbocco della grotta, fino allo scheletro, esso infatti per impossibilità tecniche, che porterebbero al suo danneggiamento, non è stato rimosso, ma continua a riposare nell’oscurità dove è rimasto per migliaia di anni.