Nel 1806 viene soppressa la Dogana per la mena delle pecore in Puglia e pian piano assistiamo all’inizio di un processo che si estenderà fino ai giorni nostri che vede il rovesciamento dei rapporti tra pastorizia e agricoltura. Assistiamo allo smantellamento della proprietà ecclesiastica e alla parcellizzazione agraria che avrebbe dovuto distribuire le terre ai contadini ma che in definitiva beneficerà solo la nascente classe borghese che si approprierà della maggior parte dei terreni, frutto del duro lavoro dei contadini sulle loro quote. Lì dove la borghesia non riesce ad avere piena proprietà dei terreni perché ancora di proprietà delle vecchie aristocrazie (molte delle quali, trasferitesi nella capitale Napoli a Roma o anche a Parigi, si sono ormai completamente disinteressate ad un territorio sempre più in decadenza da un punto di vista economico), riesce comunque a gestire questi possedimenti con assoluta autonomia.
In questa fase il nucleo centrale della vita agreste diventa la masseria padronale , li dove l’abitazione precedente era costruita su un livello, essa viene soprelevata di un piano a formare il cosiddetto casino, abitazione del borghese. L’allevamento e la coltivazione sono attività svolte in economia ,attraverso lo sfruttamento, ad opera del padrone borghese, di una serie di lavoratori : avventizi (giornalieri), mietitori che erano costretti a sottostare a continue vessazioni per “sbarcare il lunario”.
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La Puglia è una regione che si sviluppa in lunghezza, con circa 860 km di